In orbita satellite europeo per la banda larga

E’ stata accolta già con grande entusiasmo la notizia della messa in orbita del satellite completamente dedicato a internet KaSat. EutelSat, la società che si occupa della gestione dei satelliti europei, lo ha lanciato dal poligono Baykonur, in Kazhakstan, alla fine del 2010.


In molti vedono la fine del digital divide, ma noi crediamo che migliorare l’infrastruttura via cavo terrestre sarebbe stato più facile, più sicuro e meno costoso. Intanto, noi lo sappiamo, la corsa alla tecnologia è troppo seducente, e i principali notiziari ricordano che questo satellite ci sarà in Europa prima che in Usa (triste primato per noi, in Usa hanno già la televisione via cavo da parecchi anni e sono stati abbastanza furbi da costruistri un’infrastruttura migliore!)
Questo il segnale di questo satellite coprirà gran parte dell’Europa, bombardando le nostre teste con onde elettromagnetiche alle frequenze di 20-30 Ghz. Ricordiamo quanto sia pericoloso usare frequenze così elevate. Infatti più è alta la frequenza, più le onde elettromagnetiche interagiscono con la materia e quindi con la nostra stessa carne. Inoltre siccome queste comunicazioni dovranno coprire grandi distanze (un unico satellite coprirà tutta l’europa) ed il traffico internet è solitamente molto elevato, anche l’intensità di queste radiazioni sarà molto alta! Ma, secondo noi, la cosa più pericolosa è che usifruire di questo traffico bisogna dotarsi di un decoder con un’antenna che possa inviare il segnale a 20-30 Ghz fino al satellite, quindi diciamo di un’antenna molto potente e inquinante. E siccome questo satellite garantirà non solo banda larga in download ma anche in upload, non ci saranno forti limitazioni nelle emissioni.
Il prezzo dell’abbonamento per l’utente finale si stima che parta tra i 30 e i 35€, più caro quindi di quello di un’ADSL classica. Non si capisce quindi perchè non dovremmo chiedere e batterci per un copertura ADSL via cavo.

Fonte Corriere.it

Schermare i forni a microonde

I forni a microonde sono la prova che le radiazioni elettromagnetiche possono avere effetti inaspettati. Il perchè è spiegato nel primo e storico articolo di questo blog. Volendo riassumere, il fenomeno è il seguente: le microonde trasportano energia e questa energia viene tutta rilasciata nelle molecole d’acqua di cui è composto la nostra porzione di cibo da riscaldare o da cucinare.
Ma è possibile che le radiazioni del forno al microonde sfuggano e invece di finire nel cibo vadano altrove? La risposta è “si, si può verificare, e si può rimediare”
Purtroppo è difficile confinare l’energia. Alcuni costruttori fanno del loro meglio per trasformare il forno a microonde in una gabbia di Faraday. Questo è un dispositivo elementare, noto sin dalle prime scoperte sull’elettricità, per trasferire l’elettricità (che si propaga nell’aria mediante scosse o radiazioni) nelle maglie di una gabbia sotto forma di corrente elettrica; ma poichè la griglia del forma non è messa a terra, la corrente elettrica non scompare ma viene dissipata dalle maglie e riemessa a frequeza diversa. In effetti è possibile osservare delle maglie nelle finestre degli sportelli di alcuni forni a microonde. Alcuni produttori, più saggiamente, hanno deciso di eliminare la finestra e le maglie, per rivestire interamente la camera del forno a microonde con superfici metalliche; questo sistema corrisponde a una gabbia a maglie fittissime, quindi più efficente. Nota: la tecnica della gabbia di Faraday diventa molto più efficente con una superficie metallica. Ad esempio la carta stagnola avvolta attorno un telefonino isola completamente, per riflessione, il suo segnale.

Tuttavia è impensabile tenere a bada tutte le onde in questo modo, perchè ci sono effetti ondulatori e quantistici (bhè, queste sono cose troppo difficili da spiegare in un blog…bisognerebbe studiare la Fisica bene). Per verificarlo basta prendere un apparecchio che riceve microonde e vedere se funziona dentro il forno (ovviamente spento! se no si cuoce!). Apparecchi che funzionano a microonde ne abbiamo parecchi purtroppo: telefoni cellulari e cordless sono i più comodi e diffusi, ma dobbiamo essere più precisi. Il forno a microonde funzione alla frequenza di 2.4 GHz. In questo blog si è visto che il range delle microonde comprende frequenze abbastanza diverse. Insomma serve un cellulare che funziona alla stessa frequenza usata dai forni a microonde, ovvero un cellulare UMTS oppure 3G. In alcuni blog si consiglia di usare un cellulare qualunque, ma questo potrebbe usare una frequenza di poco diversa da quella che ci serve per la verifica.
Si prende un cellulare UMTS accesso, lo si mette nel forno (spento) e si chiude lo sportello; adesso provate a chiamare quel numero: se il telefono squilla e c’è campo allora il forno non è schermato bene. Banale no?
Schermare il forno è un’altra banalità, almeno concettualmente. Basta ricordare che l’acqua è quella sostanza che assorbe tutte le onde della frequenza di 2,4 Ghz per il fenomeno fisico della risonanza. Allora per fermare un’onda di quella frequenza basta dell’acqua. Per schermare un forno a microonde basta dell’acqua. Ovviamente mi rendo conto di quanto scomoda sia questa soluzione; non resta che essere creativi e trovare un modo elegante per mettere dell’acqua attorno al forno.

Nel frattempo quando il forno è acceso, evito di stare vicino e guardare dall’oblò il cibo che si cuoce.
E ho pure dismesso il mio telefonino UMTS per tornare ad usare (con parsimonia e con le cuffie) un telefono soltanto dual band con scheda GSM.

Electro-hypersensibilitè – servizio di Radio-Canada

Metto in evidenza un servizio andato in onda su una radio canadese nel 2005.
Viene descritta la vita di un ingegnere svedese della Ericsson diventato elettrosensibile. Vengono fatte 2 interviste: una al prof. Johansson, dermatologo del Karolinska Institute di Stoccolma, Svezia, che ha dimostrato che manifestazioni cutanee dell’esposizione ai videoterminali sono simili istologicamente a quelle allergiche. La seconda intervista è al prof. Hardell che ha studiato il neurinoma del nervo acustico in utilizzatori di telefonini.
Sembra un paradosso: radio contro radio. Chissà quanto sono potenti i ripetitori di Radio-Canada. Però vale le pena di ascoltare -se capite il francese-, tanto esite lo streaming!
Per vedere lo streaming è consigliato Mplayer, che gli utenti Linux conoscono bene.
Per gli utenti Windows, eventualmente provare SMplayer.
Gli utenti Mac, possono trovare utile MPlayer OSX Extended.